Palilalia ed ecolalia
Alla palilalia si associano frequentemente fenomeni di ecolalia, che sono somiglianti, ma non identici. La prima, infatti, è un disturbo del linguaggio, che consiste in una ripetizione ritimica e stereotipata di sillabe, parole o brevi frasi. La seconda è una forma particolare di automatismo, che rientra nei cosiddetti fenomeni imitativi (“ecofenomeni” secondo Kraepelin), per cui il soggetto ripete, come un’eco, parole o brevi frasi sentite pronunciare da altri.
Già Eugen Bleuler aveva evidenziato come tali fenomeni sottendano gravi disturbi della coscienza dell’Io nel soggetto schizofrenico: «I fenomeni ecoprassici catatonici e l’automatismo da comando ci danno un’idea concreta di cosa sia la depersonalizzazione: il malato “rappresenta” ciò che esperisce, rappresenta cioè il fluire dentro di lui di impulsi estranei assunti come fossero suoi propri».
I fenomeni palilalici ed ecolalici implicano un grave disturbo dell’attività dell’Io: “Ai livelli più gravi i malati perdono la certezza logica e naturale di essere ancora attivamente esperienti, di poter percepire, sentire, pensare, agire, intraprendere, muoversi. Ciò porta alla perplessità, al rallentamento motorio fino allo stupore (…) In alcuni malati è palese il tentativo di scuotersi da questo deficit (ansiogeno) di attività, mettendo in atto movimenti sempre uguali (stereotipie) oppure ripetendo con monotonia parole e frasi (verbigerazione)” (Scharfetter, 1976)
La palilalia, oltre che in alcuni tipi di schizofrenia (come la catatonia), si può presentare in diversi svariati organici, per esempio nelle fasi avanzate dei diversi quadri demenziali. L’ecolalia può rappresentare uno dei criteri diagnostici delle forme più gravi di quelle che sono classificate dal DSM-IV-TR come “Disturbi Pervasivi dello Sviluppo”, in particolare il Disturbo Autistico e il Disturbo Disintegrativo dell’Infanzia. Nello specifico, in queste condizioni, l’ecolalia può essere presente come immediata (ripetizione subitanea, da parte del bambino, di parole o frasi udite, senza formulazione di un proprio linguaggio) o differita (uso ripetitivo di frasi che sono state ascoltate in precedenza da qualsiasi fonte e che sono state memorizzate).