L’attenzione rappresenta l’orientamento dell’attività mentale, che permette la focalizzazione su un “oggetto”, con la contemporanea inibizione di possibili stimoli interferenti.
La concentrazione è la persistenza, per un certo periodo di tempo, dell’attenzione su un determinato oggetto.
L’attenzione (e la concentrazione) viene comunemente distinta in:
- attiva (volontaria): il soggetto si rivolge attivamente verso un oggetto, in rapporto a una particolare tensione affettiva;
- passiva (conativa, indotta, involontaria, riflessa): il soggetto viene attirato da un oggetto, in relazione a qualche sua peculiarità (può giungere alla fascinazione).
Inoltre può essere differenziata in:
- diffusa, caratteristica della vita di relazione quotidiana;
- concentrata, focalizzata su uno specifico contenuto;
- aspettante (stato di allerta), rivolta verso un evento atteso.
Orientamento e selettività dell’attenzione dipendono dallo stato di coscienza, dall’intelligenza e dall’affettività. Se la vigilanza è indispensabile per l’attenzione (si vedano, per esempio, gli incidenti stradali), tuttavia esse non devono essere confuse tra loro, in quanto disturbi dell’attenzione possono manifestarsi anche in soggetti vigili. Inoltre, attenzione e concentrazione sollecitano a loro volta altre funzioni, prime fra tutte le facoltà percettive e di apprendimento.
DISTURBI DELL’ATTENZIONE E DELLA CONCENTRAZIONE
Non sono patognonomici di un determinato disturbo psichico, in quanto attraversano trasversalmente la psicopatologia e possono essere presenti in molte situazioni della vita quotidiana (affaticamento, preoccupazione, dolore), nelle reazioni ansiose e depressive, sotto l’effetto di psicofarmaci, alcol ed altre sostanze.
A) ALTERAZIONI QUANTITATIVE
- Aprosessia/ipoprosessia: perdita dell’attenzione (che si realizza in tutte le condizioni di grave alterazione dello stato di coscienza) o ridotta capacità di dirigere e focalizzare l’attenzione su un determinato oggetto. In funzione delle correlazioni dell’attenzione con le facoltà percettive, quando la prima è compromessa, come, per esempio, negli stati di grave affaticamento o durante l’addormentamento, si possono verificare dispercezioni, quali illusioni e allucinazioni.
- Iperprosessia: aumento dell’attenzione e della concentrazione, solitamente presente in condizioni in cui si verifica un particolare stato di allerta (e quindi un incremento dell’attenzione “aspettante”) nei confronti dell’ambiente circostante.
B) ALTERAZIONI QUALITATIVE
- Distrazione: difficoltà a fissare e mantenere su un determinato oggetto l’attenzione, che viene continuamente deviata verso stimoli esterni poco rilevanti.
- Astrazione: è il restringimento dell’attività attentiva su un solo oggetto, come può verificarsi in condizioni fisiologiche (intensa preoccupazione, paura, dolore) o nell’ideazione prevalente o dominante oppure ancora nella fissazione dell’attività attentiva del paziente psicotico su esperienze deliranti-allucinatorie particolarmente pregnanti.