Le pseudoallucinazioni
In psicopatologia questo termine è stato impiegato con significati diversi. Nella teorizzazione classica la pseudoallucinazione indica una percezione senza oggetto, di elevata strutturazione, percepita all’interno del soggetto con caratteri di particolare pervasività; da un punto di vista psicodinamico può considerarsi una particolare rappresentazione mentale in relazione ad aspetti affettivi intensi e non padroneggiabili dal soggetto.
In altra letteratura psichiatrica, soprattutto di matrice anglosassone, il termine indica un fenomeno allucinatorio criticato dal soggetto e corrisponde quindi a quella che noi definiamo allucinosi: si tratterebbe quindi di percezioni senza oggetto vissute come non vere nel momento in cui si verificano o quando sono rievocate; in tal senso, sarebbero pseudoallucinazioni i sogni nel momento in cui vengono ricordati oppure le esperienze propriocettive riferibili al fenomeno dell’arto fantasma in pazienti amputati.
Secondo Cazzullo (1993) «si tratta di fenomeni dispercettivi cui manca l’attributo della sensorialità e della spazialità. Sono sempre accompagnati da una carica emotiva molto intensa (…). La critica è assente, ma non in senso assoluto: sembra cioè che l’individuo critichi il fenomeno perché usa una espressione caratteristica, è “come se” avesse qualcosa dentro di sé (…). Il “come se” indica l’incertezza nella localizzazione e nella descrizione del fenomeno ma non incrina la certezza del soggetto circa la presenza reale del fenomeno nel suo insieme e della sua attinenza al senso di invasività entro il proprio corpo».
Le pseudoallucinazioni non sono patognomoniche di specifici disturbi psichiatrici: «possono fare la loro comparsa in molte condizioni normali, soprattutto in concomitanza con intense e transitorie modificazioni del tono emozionale di base, ma sono riscontrabili anche in un ampio spettro di disturbi psichiatrici senza alcun carattere di specificità. Esse sembrano essere piuttosto in rapporto, oltre che a modificazioni aspecifiche del tono affettivo, a particolare carica emozionale, nonché a particolari strutture di personalità» (Pancheri, 1999).