Arresto psicomotorio e catatonia
La condizione di arresto psicomotorio si può manifestare in situazioni diverse, per cui è possibile distinguere:
- stupor psicotico: sia la schizofrenia catatonica sia la depressione maggiore di tipo melanconico possono giungere alla totale perdita della comunicazione mediante il corpo;
- stupor psicogeno: si può manifestare in seguito all’esposizione a un evento particolarmente scioccante, come nel caso di un’esperienza catastrofica;
- stati simil-stuporosi organici, in seguito ad assunzione di sostanze o per affezioni cerebrali.
Nell’arresto psicomotorio catatonico, l’espressione del viso può esprimere talvolta indifferenza, ma anche stati affettivi intensi e variabili dalla perplessità alla profonda angoscia. Può comparire un rifiuto dell’alimentazione, così come una prolungata ritenzione di urine e feci; altri soggetti, invece, sono totalmente incontinenti.
“L’indifferenza del catatonico è solo apparente. Imprigionato nel suo silenzio sembra ignorare ogni sensazione. Ma se le sue azioni appaiono impedite, non è soppressa in lui la possibilità di avvertire gli stimoli esterni ai quali tuttavia non sempre risponde” (Petiziol e Sammartino, 1969). Può quindi accadere che dalla confluenza degli stimoli esterni con le suggestioni del proprio mondo delirante, lo stupor catatonico esploda in un improvviso raptus auto o eteroaggressivo, talvolta con le caratteristiche della crisi pantoclastica.
Come dice Eugenio Borgna (1988), nell’esperienza catatonica “il gesto non è più portatore di comunicazione e di trascendenza; e la parola non è più portatrice di significati che si dissolvono… Il dissolversi della parola si accompagna al silenzio del corpo che si immobilizza e non significa più: non rimanda ad altro orizzonte che non sia quello della impenetrabilità e della rigidità. Non è più possibile il gesto allusivo di una mano che si muova in un saluto o in un rifiuto; non è più possibile cogliere nel volto la trasparenza di uno sguardo o la scia infranta di un sorriso”.
Secondo Giberti e Rossi, la differenza tra arresto psicomotorio e catatonia consiste nel fatto che la seconda è una forma particolare del primo: l’arresto psichico e motorio è “uno stato di immobilità corporea più o meno accentuata (…) Il soggetto sta coricato immobile, senza parlare (mutacismo), né reagisce a stimolazioni, di qualunque tipo (…)”. La catatonia è un arresto psicomotorio “con tensione persistente in diversi gruppi muscolari, per cui determinati segmenti del corpo assumono posizioni stabili o poco modificabili (pose statuarie)”. Come è stato rilevato da diversi autori, il paziente difende la sua immobilità, opponendosi attivamente agli stimoli interni come alle sollecitazioni esterne: da ciò si può dedurre l’importanza simbolica del sintomo catalettico per il paziente stesso.