Pensiero dissociato (deragliamento)
Riduzione o perdita dei comuni nessi associativi tra le singole idee, che si può verificare in assenza di alterazione dello stato di coscienza (psicosi schizofreniche) o con disturbo della coscienza (psicosi confusionali o organiche). E’ un pensiero “sconnesso”, “frammentario”, “bizzarro”, in cui le associazioni mentali si susseguono l’una all’altra secondo i principi di contiguità e di somiglianza.
Si presenta con diversi livelli di gravità, da un lieve allentamento dei nessi associativi (possibile anche in individui normali, preoccupati, ansiosi o distratti) a un flusso ideico pressoché incomprensibile; in quest’ultima forma, anche definita pensiero incoerente (caratteristico delle psicosi tossiche) si verifica una disgregazione totale del corso del pensiero, e quindi del linguaggio, in frammenti sconnessi, fugaci, accostati tra loro in modo apparentemente casuale, attraverso meccanismi di assonanza o condensazione. Nelle forme più evidenti del disturbo, in particolare nelle psicosi schizofreniche, possono comparire:
- fusioni: concetti originali e insensati risultanti dalla condensazione di due o più idee eterogenee;
- iperinclusioni: inserimento, nel corso del pensiero logico, di un concetto non appropriato o collegato solo marginalmente;
- neologismi: conio di nuove parole, spesso incastro o contaminazione di elementi eterogenei;
- simbolismo personale: il paziente non usa più le parole nel significato comune, bensì con un senso personale, talora difficilmente decodificabile dagli altri;
- criptolalia e criptografia: come conseguenza del simbolismo personale e dei neologismi, il linguaggio e la scrittura possono risultare inintelligibili, fino ad arrivare alla cosiddetta “insalata di parole”.