In “Saggi sull’arte, la letteratura e il linguaggio, Freud definisce come perturbante, “Unheimlich”, tutto ciò che avrebbe dovuto rimanere segreto, nascosto e che è invece affiorato. La pandemia Covid-19 ha fatto irruzione nel mondo globalizzato con grande visibilità mediatica, ma rimanendo come qualcosa di indefinibile, inaccettabile e da cui è difficile raccapezzarsi mentalmente ed emotivamente. Ha evidenziato elementi di fragilità dell’identità personale e sociale, assieme all’urgenza di radicali cambi di paradigma.
In “Fratelli tutti” Papa Francesco focalizza le valenze perturbanti del Covid 19 :
“Proprio mentre stavo scrivendo questa lettera, ha fatto irruzione in maniera inattesa la pandemia del COVID-19, che ha messo in luce le nostre false sicurezze…. E apparsa evidente l’incapacità di agire insieme. Malgrado si sia iper-connessi, si è verificata una frammentazione che ha reso più difficile risolvere i problemi che ci toccano tutti. Se qualcuno pensa che … l’unico messaggio sia che dobbiamo migliorare i sistemi e le regole già esistenti, sta negando la realtà.”
“Peste, libera nos domine ! ” Tale invocazione, riecheggiata nei secoli davanti alle varie ondate e fenomenologie pestilenziali, condensa e verbalizza l’impotenza dell’uomo davanti alla drammatica pervasività del morbo e il bisogno di un appoggio.
G. M. Edelman, premio Nobel per la medicina, ha evidenziato che la mente umana, dalle grotte del neolitico ai giorni nostri, si appoggia alle “metafore mute” della produzione estetica come a veri e propri oggetti di transizione che garantiscono un ponte tra l’esperienza del mondo e la sua rappresentabilità/pensabilità.
Il secondo Incontro 2021 dell’International Association for Art and Psychology ha per tema “ICONE DELLA PANDEMIA , teatri del sacro e del dolore” ( venerdì 26 marzo, ore 21)
Filippo Maria Ferro, psichiatra, psicoanalista, storico dell’arte e già professore ordinario di Psichiatria all’Università di Chieti propone una rivitazione delle Icone delle pandemie che Artisti hanno realizzato nel corso dei secoli e ne focalizza la valenza sia contenitiva, sia pertubante.
La riflessione sul percorso iconografico sarà accompagnata da brani musicali a cura di Sivia Cesco, musicista formatasi al Dams e al Conservatorio,docente di chitarra e concertista
John DOWLAND (1559-1590), Lachrimae ( 4′ 30”)
Carl ORFF (1895-1982) , Fortuna Imperatrix Mundi (2’50”) – da “Carmina Burana”
Olivier MESSIAEN (1908-1992) Liturgie de cristal (2’40”)-da “Quatuor pour la fin du temps”
Marco Alessandrini, psichiatra, Direttore CSM ASL Chieti- Vasto coordinerà la discussione
Giacomo Doni, fotografo e designer, ha realizzato la locandina e curerà il collegamento Zoom e Facebook